Page 2 - Avvisi 29 Giugno 2025
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sulla via di Damasco dal Signore Risorto e lanciato dallo Spirito nella missione ai pagani. Entrambi sono martiri, anche
se sono stati messi a morte con una pena diversa.
Per il resto è difficile immaginare due personalità più diverse, per origine, per formazione, per cultura, per stile.
Pietro faceva il pescatore sul lago di Galilea: il vangelo ne registra gli slanci, la generosità, ma anche la debolezza, la
fragilità. Ha riconosciuto in Gesù il Cristo, il Figlio del Dio vivente, ma subito dopo ha creduto bene di distogliere Gesù
dalla via della sofferenza. Ha giurato di restare sempre accanto a Gesù, ma poi sono bastate alcune domande nel cortile
del sommo sacerdote, per fargli rinnegare il Maestro.
Paolo viene da Tarso, cittadino romano dalla nascita. Ha ricevuto una formazione d’élite a Gerusalemme, da rabbi
Gamaliele, appartiene al partito dei farisei e proprio per questo ha perseguitato i discepoli di Cristo. Eppure poi ha
affrontato un’avventura che ha del prodigioso: chilometri e chilometri macinati pur di portare il vangelo dovunque.
Ma perché allora oggi la chiesa li ricorda con un’unica festa? Senz’altro perché entrambi coronarono la loro
testimonianza cristiana a Roma, con il martirio. Ma forse anche per mostrare un’immagine di chiesa che non è
preoccupata di omologare, di appiattire le diversità.
Non è su questo che si costruisce l’unità della chiesa. No, la diversità di temperamenti e di culture, di tradizioni e di
stili, rende ricca e vivace la comunità. È una grazia, non un pericolo. A patto che ci sia unità nell’amore per Cristo,
nell’impegno per il vangelo, in una testimonianza che affronta qualsiasi prova.
L’INFORMAZIONE DELLE COMUNICAZIONI PARROCCHIALI RIPREDERA’ A SETTEMBRE. BUONA ESTATE.