Page 2 - Avvisi 11 Maggio 2025
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È proprio a questo punto che fa capolino il verbo “conoscere”: il buon Pastore che ha chiamato con la sua voce, ora
        fa nascere un rapporto profondo tra lui e ognuno di noi. Non è chiamata in causa solo la ragione, ma tutto l’essere: mente
        e  cuore,  volontà  e  corpo.  Entriamo  così  nel  campo  dell’amore,  un  amore  smisurato,  contrassegnato  da  un  dono
        straordinario: «io do loro la vita eterna». Non un’esistenza qualsiasi, ma una pienezza che sgorga dalla partecipazione
        alla vita stessa di Dio.
           Quando accade quest’incontro, la persona viene radicalmente trasformata nel profondo. Ostacoli, prove, difficoltà,
        addirittura persecuzioni non mancheranno, ma il discepolo ha la certezza che nulla e nessuno riuscirà a “strapparlo”
        dalla mano del Padre, da quel progetto di salvezza che cambia la storia dell’umanità.
           Poteva  esserci  un  vangelo  più  bello  di  questo  per  parlare  di  “vocazione”?  C’è  un  incontro  che  contrassegna
        un’esistenza; a partire da esso nulla può più essere come prima. Si prova cosa vuol dire essere “conosciuti” nel profondo,
        cioè amati e accolti, senza alcuna remora, nonostante le proprie fragilità e le proprie debolezze. Perché il requisito per
        seguirlo non è una particolare competenza o alcune risorse che si possiedono, ma la disponibilità a lasciarsi amare e a
        rispondere all’amore con l’amore.
           Solo allora è possibile seguirlo, mettersi per la sua stessa via. Con la semplicità di chi si affida a Colui che ha aperto
        la strada e sa che in qualsiasi frangente può contare sempre sul suo amore e sulla sua misericordia.



        laPreghieradi Roberto Laurita
        La tua voce, Gesù, ci raggiunge                         Ed è così, Signore, che io mi sento
        nelle situazioni più disparate:                         conosciuto fin nel profondo.
        nella routine della vita quotidiana                     Non da uno sguardo che indaga,
        come nell’imperversare della tempesta.                  non da un occhio che giudica,
        Sta a noi identificarla, riconoscere                    perché tu hai compassione delle mie fragilità
        il suo timbro, la sua vibrazione particolare            e ti offri sempre di risanarmi e rialzarmi.
        e distinguerla tra tante altre voci                     Per questo, Signore Gesù, voglio seguirti,
        che tentano di sovrapporsi, di coprirla.                mettere i miei passi sulle tue orme:
        Del resto, se l’abbiamo percepita                       perché so che mi aspetterai
        essa appare inconfondibile: è voce tenera,              quando vedi che fatico ad andare avanti,
        ma anche autorevole, è voce misericordiosa              mi incoraggerai quando rallento,
        e al contempo esigente,                                 mi prenderai sulle tue spalle
        è voce che invita a rompere gli indugi,                 quando sono debole o ferito.
        ma anche a sostare, a fermarsi.
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